Itinerari storico artistici


Ecco un elenco di luoghi e percorsi che consigliamo ai nostri ospiti… ovviamente partendo dalla “nostra” Tortoreto.
Per maggiori approfondimenti su tutte le escursioni e gli itinerari partendo da Tortoreto, cliccare sul sito istituzionale del Comune di Tortoreto, dedicato all’informazione ed accoglienza turistica: Vivi Tortoreto


Tortoreto


La cittadina di Tortoreto è ricca di storia ed arte. Il nucleo storico di Tortoreto Alta, così come appare oggi ai visitatori ebbe origine nel periodo pre-medievale. Il luogo, secondo quanto afferma papa Gregorio in una lettera del 602, era ricco di boschi e adatto alla nidificazione delle tortore, da qui il nome Turturitus (tortore). Il centro storico, suddiviso in tre zone, Torrevecchia, Terranova e il Borgo, conserva ancora la sua struttura di borgo medievale: una fortezza centrale circondata da alte mura di cinta su cui si alza la magnifica Torre dell’Orologio. Il Torrione, le porte di accesso, le rue strette, il ponte con le caratteristiche volte testimoniano l’esistenza del castello di Tortoreto.
Torrevecchia rappresenta il nucleo più antico di Tortoreto, ricostruita, con ogni probabilità, sulle rovine di “Castrum Salini”, divenne un castello fortificato con il ponte levatoio (del quale rimangono le feritoie nella parte anteriore della Torre dell’Orologio), le mura, le torri, i cunicoli sotterranei ed i palazzi del feudatario, le chiese e le abitazioni dei nobili. Terranova era il castello nuovo con poche porte di accesso, i torrioni agli angoli della città per la difesa e le rue strette per destinare maggiore spazio alle abitazioni.
Il Borgo si sviluppò fuori le mura del castello intorno al 1400, su un crinale e in senso perpendicolare rispetto alla costa: terminava con una terrazza naturale che si affacciava sul mare.
Dalla fine del 1300, Tortoreto lega la propria storia a quella dei Duchi Acquaviva di Atri, che governarono fino alla metà del 1700, anni in cui il territorio passò al Regno di Napoli. Dopo il medioevo, la popolazione inverte il flusso migratorio poiché viene a mancare la necessità di fortificarsi. Si comincia pertanto a costruire nella zona pianeggiante della costa ed intorno al 1800 sorse il primo nucleo abitativo nacque il nucleo abitativo di Tortoreto, lungo l’attuale via Carducci che da Tortoreto Alta porta al mare.

Cosa vedere a Tortoreto
Torre dell’orologio. E’ situata a Tortoreto Alta, il bellissimo borgo medioevale che costituisce il centro storico di Tortoreto.
Si tratta di una costruzione realizzata in più fasi, come succede di frequente nei monumenti dei nostri centri storici.
La base in pietre e mattoni, cosiddetta a scarpa, risale al VII secolo, epoca di fondazione di Tortoreto. La parte centrale della torre, invece, risale al periodo medioevale. Da qui, una volta, era possibile varcare la città e ancora oggi si possono notare i segni dei tiranti del ponte levatoio. Per la costruzione della parte più alta della torre si è dovuto aspettare fino alla fine del 1800 ed è proprio questa ultima parte che caratterizza la torre grazie alle sue arcate gotiche e alla presenza dell’orologio che ha dato poi il nome alla costruzione.
Chiesa della Madonna della Misericordia. Era il 1347 e la peste imperversava in Italia. Tortoreto, uscitane salva, volle ringraziare la Madonna della Misericordia costruendo nel 1348 una Chiesa a perenne simbolo di questo evento. La particolarità di questa Chiesa sono gli affreschi rinascimentali ad opera di Giacomo Bonfini.
Chiesa di Sant’Agostino. E’ una delle maggiori testimonianze di architettura religiosa di Tortoreto. Costruita alla fine del 1500 fu successivamente ampliata, nel 1640. La sua struttura si caratterizza per la presenza di una sola navata con volta a vela, gli altari sono espressione pura del barocco e il suo interno si impreziosisce di decorazioni realizzate in stucco.
Il Belvedere. In origine era un punto di avvistamento militare, oggi invece costituisce la terrazza più famosa della città grazie al panorama che offre ad abitanti e turisti. Lo sguardo si apre su un paesaggio che abbraccia la costa e tutta l’area che si protrae tra i fiumi Tronto e Tordino.
La Villa Romana. Rappresenta una sorta di tratto d’unione tra Tortoreto Alta e Tortoreto Lido. Si trova infatti sulla strada che unisce le due anime della città, abbracciata da vigneti, natura e una vita urbana che nei secoli si è intensificata sempre di più. Tra i resti della Villa Romana di Tortoreto è possibile ammirare la pavimentazione a mosaico e degli antichissimi utensili e attrezzi vari utilizzati per l’agricoltura.

Teramo ed Atri


Questo itinerario ci porta innanzitutto alla scoperta di Teramo, capoluogo di provincia in cui si trova Tortoreto. Città di circa 53000 abitanti, situata nella parte settentrionale dell'Abruzzo, nella Val Tordino, in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso che digrada verso la costa con una ricca vegetazione di vigneti e oliveti. Tra mare e montagna, a soli 20 km dalla riviera adriatica e ad appena 40 km dalle vette del Gran Sasso, sorge l’antica Interamnia “città fra i due fiumi” (come da etimologia latina), così chiamata dai romani perché attraversata dal Tordino e dal Vezzola. Teramo è una città piccola ma completa, dove si può trascorrere un soggiorno rilassante ma anche interessante. Qui infatti si trovano corsi e giardini per lunghe passeggiate, comprese quelle sul lungofiume, che permette di percorrere la città da un'estremità all'altra, e monumenti e musei da visitare. La cittadina è la meta ideale per gli amanti della natura, con la catena del Gran Sasso d’Italia ed i Monti della Laga che fanno da scenario ad una delle zone più suggestive della penisola italiana.
Da vedere nella citta capoluogo di provincia sono:
• il Duomo o Cattedrale di San Berardo, sorta nei pressi del teatro romano, fu eretta nel 1158 d.C. per volontà di Guido II. Modificata nel Trecento e nel Quattrocento, successivamente venne interessata da altri lavori fino a raggiungere l’attuale aspetto con le tele settecentesche di Sebastiano Majewski. Di fronte all’altare maggiore vi è il paliotto d’argento, magnifica opera di Nicola da Guardiagrele, e il polittico di Sant'Agostino (XV sec.) del veneziano Jacobello del Fiore;
• il Santuario della Madonna delle Grazie, costruito nel 1153 d.C. prendendo origine dalla chiesa di un monastero di suore benedettine intitolato a Sant'Angelo delle Donne con affreschi di Cesare Mariani e una Madonna col Bambino, in legno policromo, opera di Silvestro dell'Aquila;
• l'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis (o Chiesa di Sant'Anna) un tempo chiamata chiesa di San Getulio, che sarebbe stata costruita sopra una domus romana;
• il Teatro romano, costruito in età augustea, uno dei monumenti più rappresentativi della città
• l'Anfiteatro romano, edificato agli inizi del II secolo d.C.

Dopo Teramo, il percorso consigliato prevede la “scoperta” della città di Atri. Ebbene si, questa è una cittadina che non t’aspetti ed in quanto tale, tutta da scoprire!
Ricca di chiese e palazzi nobiliari, con un patrimonio storico e culturale di gran rilievo. Situata in collina, si affaccia sia sulla costa con meravigliosi scenari verso il mare Adriatico che verso gli Appennini con la suggestiva visione del Gran Sasso d’Italia. Le colline di Atri inoltre, la cui pietra arenaria è stata erosa dal tempo e dagli agenti atmosferici, offrono uno scenario molto particolare grazie alla presenza dei calanchi e ad una riserva naturale ad essi dedicata.
Atri è uno dei centri più belli e caratteristici dell’Abruzzo, nonché un borgo ricco di storia e di cultura, a pochi passi dal mare. E’ a pieno diritto nella lista dei borghi più belli d’Italia. Città di circa 10.600 abitanti, situata in provincia di Teramo, confinante con rinomate località marine, come Roseto degli Abruzzi e Silvi Marina. Di origine preromana, in questo borgo il passato e il presente si amalgamano senza creare alcun tipo di contrasto. Sorge su una collina a 444 m di altitudine, e custodisce degli splendidi monumenti all’interno delle sue mura. Uno dei migliori esempi di architettura abruzzese è la Cattedrale dell’Assunta, risalente ai secoli XIII e XIV. La facciata è in pietra d’Istria e nell’interno vi sono affreschi dl XV secolo, nel chiostro è ospitato il Museo Capitolare.
La Chiesa di San Nicola di Bari, risalente al XIII secolo e la Chiesa di Sant’Agostino, del XIV secolo, sono altri monumenti che arricchiscono il caratteristico centro storico della cittadina.
Non solo edifici religiosi, il borgo di Atri è formato da numerosi palazzi signorili e monumenti di interesse storico: il Palazzo dei Duchi Acquaviva, noto anche come Palazzo Ducale, costruito nel XIV secolo e sede del Municipio, la rocca Medievale di Capo d’Atri, i resti del Teatro Romano, il Teatro Comunale, per citarne alcuni.
Il centro storico è perfettamente conservato, con le sue piccole viuzze medievali, alcune talmente minuscole da permettere il passaggio di una persona per volta.
Con i suoi sei musei, Atri è la città abruzzese con più musei; da visitare, il Museo Civico Etnografico e il Museo Didattico degli Strumenti Musicali Medievali e Rinascimentali.
Sulla costa, nelle acque antistanti la Torre di Cerrano, ci sono i resti di un molo a forma di L e altre opere murarie, che costituiscono l’Antico porto di Atri, risalente all’VIII secolo.

Itinerario a piedi tra due perle del Parco Nazionale del Gran Sasso


I più spettacolari borghi medievali del Gran Sasso, sorgono al margine meridionale di Campo Imperatore, in provincia de L’Aquila. Questa escursione, che disegna un percorso dalla forma di un anello, inizia da Santo Stefano di Sessanio, tocca Rocca Calascio con il castello più famoso d’Abruzzo, e scende fino a Castelvecchio Calvisio, che conserva un centro fortificato di grande suggestione.
Sul pianoro di Campo Imperatore, che si allunga ai piedi delle vette più orientali della catena del Gran Sasso, pascolano da millenni, ogni estate, centinaia di migliaia di pecore. È il valore di queste distese erbose a spiegare perché la famiglia fiorentina dei Medici, che basava la sua ricchezza sulla lavorazione della lana, abbia acquisito nel 1579 terre e feudi al margine dell’altopiano.
Nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, la cui torre cilindrica è stata abbattuta dal terremoto del 2009 (in corso il recupero architettonico), lo stemma della Firenze medicea accoglie ancora oggi il visitatore. Sono stati i baroni di Carapelle Calvisio, invece, a dare il nome al territorio che include Campo Imperatore e i pendii che salgono verso l’altopiano da L’Aquila e dalla Piana di Navelli.
Sorgono al margine dell’altopiano, oltre a Santo Stefano di Sessanio, i borghi fortificati (“ricetti”) di Barisciano, Calascio, Castelvecchio Calvisio e Castel del Monte. Quest’ultimo centro, porta dell’altopiano per chi arriva dalla Piana di Navelli, è la capitale del poco che resta della pastorizia sul Gran Sasso.
Simbolo della zona è però Rocca Calascio, fondata intorno al Mille, arricchita nel Cinquecento con quattro torri cilindriche, e affiancata da un borgo in via di recupero. Il borgo e il castello offrono un vastissimo panorama.
L’itinerario consigliato prevede che da Santo Stefano di Sessanio (1251 m) si raggiunga e si segua a piedi la provinciale in direzione di Calascio, lasciando a destra l’itinerario segnato che scende verso Castelvecchio Calvisio.
Raggiunto il panoramico cocuzzolo del Monte delle Croci (1458 m) si scende a una larga sella, e poi si risale verso l’oratorio rinascimentale della Madonna dei Monti e il castello di Rocca Calascio (1460 mt). Dopo aver visitato il monumento, si scende traversando l’abitato di Rocca Calascio dove è possibile sostare al rifugio della Rocca.
Tornati all’oratorio si segue il percorso segnato per il Lago Racollo, che scende a traversare una strada sterrata e prosegue lungamente sul panoramico crinale della Cima delle Serre fino a un piccolo valico (1451 m) dove si incontra la strada asfaltata che collega Santo Stefano di Sessanio con Campo Imperatore.

Tra eremi e santuari della Valle Peligna


Partite da Sulmona, la città che diede i natali al poeta latino Ovidio, situata a ridosso del Parco Nazionale della Majella, per raggiungere la frazione Badia e poi il belvedere alle pendici del Morrone, affacciato sulla Valle Peligna. Da questo punto panoramico, ideale per qualche fotografia, potete decidere se salire verso l'Eremo di Sant'Onofrio, oppure raggiungere il sito archeologico del Santuario di Ercole Curino.
Vale la pena di visitare l'eremo per ammirare gli affreschi del XV secolo e le cellette utilizzate da Pietro da Morrone - Papa Celestino V - e dal Beato Roberto da Salle.
Il Santuario di Ercole Curino, divinità italica protettrice delle greggi, si trova tra l'Abbazia di Santo Spirito dei Celestini e l'Eremo di Celestino V. Si tratta di un sito archeologico di grande pregio, ricco di stucchi policromi e pavimenti a mosaico di tipo ellenistico.

Le Gole di Celano


Sono uno dei canyon più belli d'Italia, luogo naturalistico molto suggestivo incastonato nell'Appennino centrale, tra i Comuni di Celano, Aielli ed Ovindoli. Situato a metà strada tra Roma e Pescara è l'ideale per fare passeggiate, trekking ed escursioni all'aria aperta, meta ogni anno di appassionati di montagna sia italiani che stranieri. Le splendide pareti rocciose che formano la gola, erosa dal tempo e dal corso dell'acqua, sono molto vicine tra loro, circa 3 m, mentre nel punto più alto raggiungono anche i 200 m. Il percorso, inizialmente leggero, conduce al tratto del canyon meraviglioso, conosciuto come la "Fonte degli Innamorati", dove l'acqua scende giù seguendo il profilo della roccia. Qui ci si può fermare per una pausa prima di proseguire verso i ruderi dell'antico Monastero celestiniano di San Marco alle Foci, uno dei più antichi d'Abruzzo. La cosiddetta "Traversata delle gole" si conclude con l'arrivo presso la Valle D'Arano fino al margine meridionale dell'altipiano di Ovindoli.
Il percorso, inizialmente leggero, ma caratterizzato da una parte più angusta ed impervia, diventa più duro, ma molto paesaggistico, quando si raggiunge il versante boscoso e le ripide balze rocciose. Ovviamente è consigliabile fare il percorso durante i mesi estivi o a primavera inoltrata, quando le rocce e le pareti sono asciutte, evitando coì le stagioni più fredde delle piogge e della neve, in quanto il corso d'acqua potrebbe crescere in maniera esponenziale.
Le Gole di Celano si estendono dal territorio di Celano ed Aielli, la Valle d'Arano, i rilievi del Monte Tino (o Serra di Celano), la Serra dei Curti, il Monte Etra ed il Monte Savina. Il dislivello tra l'apice delle gole, ad un'altezza di 1330 m. ed il loro sbocco è di 500 m. Oltre alla vasta presenza di vegetazione, lungo tutto il tratto è possibile incontrare numerose specie animali, come il grifone reale, il gufo reale, il falco pellegrino, gli scoiattoli e qualche volta anche dei cinghiali.
Dal 2010 è in vigore un'ordinanza di chiusura che vieta la percorrenza di alcuni tratti del sentiero. In loco si possono leggere gli appositi cartelli informativi.

Il borgo di Scanno


Scanno, inserita nel Club dei Cento Borghi più belli d'Italia, è senz'altro la regina della Valle del Sagittario, di cui custodisce a Sud l'entrata.
Paesaggio, arte, artigianato, folclore la rendono uno dei paesi montani più visitati in Abruzzo. L'ottima ricettività alberghiera, complessi residenziali, luoghi di ristoro e gli impianti sportivi, sia estivi sia invernali, ne fanno una meta di soggiorno in tutte le stagioni dell'anno.
Scanno è visitata per il suo ambiente, per il suo lago, le sue chiese, i suoi palazzi, le sue strade medioevali e per l'abbigliamento delle sue donne.
In questo breve e virtuale percorso turistico vi segnaliamo solo l'essenziale, per suscitare il vostro interesse.
Scanno appare al visitatore, appollaiata su uno sperone montuoso, appena lasciato il Lago. La strada dopo due chilometri vi porta in Piazza Santa Maria della Valle, con la chiesa omonima, dalla bella facciata rinascimentale e con all'interno preziose opere d'arte.
Il nostro consiglio è di seguire, sulla destra della piazza, Via Roma, che entra nel cuore del paese e “acciambella”, prendendo man mano nomi diversi, la parte più antica e affascinante di Scanno, dove vi sono le donne con il loro caratteristico costume. E'la strada degli orafi, dei negozi artigianali, dei souvenirs locali. Lungo il suo percorso ci vengono incontro le chiese e i palazzi più antichi e maestosi di Scanno: la Chiesa Madonna delle Grazie, la Chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa di Sant'Eustachio, la Chiesa della Madonna del Carmine e quella di Santa Maria di Costantinopoli.
Degli antichi palazzi il più maestoso è Palazzo Di Rienzo. Giunti in Piazza San Rocco, la “Ciambella” (così questo percorso viene chiamato dai locali) ripiega su Via Vincenzo Tanturri, per poi tornare al luogo di partenza. E' la strada dove il via vai diviene più frenetico, per i suoi negozi di prelibatezze locali, di oreficeria, di abbigliamento che invitano allo shopping. S'incontrano l'auditorium delle Anime Sante, dedicato al filosofo Guido Calogero, e la monumentale Fontana Sarracco. Ancora pochi metri e siamo di nuovo in Piazza, per visitare la Chiesa Parrocchiale e osservare giù da basso l'imponente facciata della Chiesa di Sant'Antonio, annessa al convento dei Frati Minori.
Il giro turistico non finisce qui. C'è ancora molto da vedere dell'antica Scanno, che si nasconde e s'inerpica per le sue stradine, dove archi e portali raccontano la sua storia.
Vi invitiamo a visitarla, per conoscerla tutta e godere del suo lago, situato a due chilometri, e dell'Alta Valle del Sagittario.

Alla scoperta del Lago di Campotosto


Un sentiero di circa quattro chilometri conduce gli amanti della natura alla scoperta della parte più meridionale dei Monti della Laga. Le dolci pendici del Monte Cardito svettano dal Lago di Campotosto, il più grande lago artificiale della regione. Arrivati alla selletta di Colle di Valle Bove proseguite verso la sommità del Monte Cardito dove un suggestivo belvedere vi regalerà uno straordinario affaccio sul lago, sui Monti Sibillini, sul Terminillo e sulle vette più elevate del Gran Sasso.

Lungo la Costa dei Trabocchi


Questo tratto di litorale adriatico della provincia di Chieti è caratterizzato dalla presenza di trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta.
Ortona, comune in provincia di Chieti, con la Basilica di San Tommaso Apostolo, il Museo della Battaglia e il Castello Aragonese, potrebbe essere il punto di partenza del vostro itinerario. Il percorso prosegue poi verso la Riserva Naturale di Punta dell'Acquabella per un bagno rigenerante e un rapido spuntino, e verso l'ex tracciato ferroviario, da cui recentemente è stata ricavata la splendida “Via Verde” (la pista ciclopedonale della Costa dei Trabocchi), fino alla Marina di San Vito. Ritornate a Ortona e concludete la visita con un romantico aperitivo sul Trabocco.

Dall'Altopiano delle Rocche alla Piana di Navelli


Da Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Stiffe, sino alla Piana di Navelli.
Il viaggio prevede la partenza da Rocca Di Cambio paesino arroccato sulle pendici del Monte Cagno con appena fuori dal paese la bellissima chiesa di Santa Lucia che contiene affreschi del trecento raffiguranti la vita di Cristo. Insieme a Rocca di Mezzo paesino nell'altopiano delle Rocche caro ai villeggianti che amano passeggiare e fare trekking e che d'inverno diventa uno dei luoghi più frequentati dagli sciatori, vanta attrezzate e variegate piste per lo sci da discesa e ampie distese per lo sci di fondo (Campo Felice) Attraversando l'Altopiano delle Rocche lungo i pascoli montani si arriva a Terranera. Attraversato il paese ci si dirige verso Fontavignone e con un percorso in discesa si arriva a Tussillo e da qui si prosegue verso Stiffe.
Le Grotte di Stiffe sono uno dei fenomeni carsici più conosciuti dell'Italia centrale. L'ingresso della grotta è situato nella parete rocciosa della forra sovrastante l'omonimo paese. La grotta, il cui itinerario turistico è di 550 m, è interamente percorsa da un fiume sotterraneo le cui acque provengono dai numerosi inghiottitoi dell'Altopiano carsico di Rocca di Mezzo.
All'interno, si possono ammirare vari laghetti, rapide e cascate alte fino a 20 m la cui portata varia a seconda delle stagioni rendendo il paesaggio sotterraneo sempre diverso. Oltre a stalattiti e stalagmiti di notevole dimensione, si incontrano ambienti grandiosi e dai suggestivi effetti visivi e sonori creati dall'acqua.
All'esterno è possibile ammirare le cascate formate dall'acqua che defluisce dalla grotta.
Si prosegue per Prata D'Ansidonia, la nascita di questo paese di origine medioevale è storicamente legata alla distruzione della vicina Peltuinum avvenuta intorno all'VIII sec. E' un paese che unisce alle bellezze naturali tesori archeologici, storici e artistici.
Fuori dell'abitato di Prata d'Ansidonia, a circa un chilometro, sulla sommità di un colle, sorge il Castello che prende il nome dalla famiglia Camponeschi, ultima proprietaria, e che risale al sec. XII-XIII, come gran parte delle fortificazioni della zona.
Le rovine della vestina Peltuinum sorgono su un pianoro a pochi chilometri da Prata D'Ansidonia, lungo uno dei percorsi tratturali dell'Italia appenninica. La nascita di questo centro si colloca fra la metà del I sec. a.C. e la prima metà del secolo successivo.
Peltuinum era attraversata da un imponente asse viario: la Claudia Nova. Lungo la strada, fuori le mura, sono visibili resti di monumenti funerari. La cinta muraria si conserva solo per alcuni tratti e si possono vedere i ruderi del basamento di un tempio.
L'edificio era, forse, dedicato al culto pastorale di Apollo. Degli edifici pubblici si conserva solo il Teatro, di epoca tardo repubblicana o augustea, edificato fuori dalle mura.
Attraversando la Piana di Navelli famosa per lo zafferano - il Crocus sativus è una pianta alta circa 15 cm con stimmi scarlatti utilizzati per le qualità medicinali, aromatiche e coloranti nella culinaria, nella cosmetica, ed in drogheria - si giunge poi a Collepietro - Collepietrae o Castrum Colle Petri - che fu tra i castelli che parteciparono alla fondazione de L'Aquila.
Era cintato da mura e possiamo vedere, ancora oggi, la cerchia muraria polibastionata con torrioni a pianta rettangolare. Sulla lunga piana che porta al paese sulla destra notiamo Santa Maria del Piano suggestiva ed abbandonata chiesetta con un portico antistante costruita lungo un tratturo.